Serie A: Lotta a tre per il titolo. Chi la spunterà?
Quando un mese e mezzo fa la Lega Calcio rilasciò gli orari ufficiali del calendario di partite fino a marzo, in molti sono subito andati a vedere la XXVI giornata, giorno e ora. Perché sarà il turno di Juventus-Inter, la partita che doveva o forse ancora dovrebbe essere decisiva per lo scudetto. E i più attenti hanno storto la bocca leggendo che l’orario prefissato fosse le 20.45 di domenica 1 marzo, ritenendolo un autogol: infatti alla stessa ora ci sarà anche il Clasico, e per quanto sia in crescita la Serie A, non è che fosse esattamente saggio mettersi a fare braccio di ferro con Real Madrid-Barcellona per vedere chi ottenesse più spettatori.
Un mese e mezzo dopo però, lo scenario è cambiato, e incredibilmente. Al di là di quanto la Liga si stia indirizzando verso il Bernabeu, di quanto sia in crisi il Barcellona e si trovi al momento a -3, lo scenario è cambiato per quanto si sta vedendo in Italia.
La qualità, il pathos, il livello degli interpreti e le storie fanno in modo che la corsa per lo scudetto al momento sia la più bella degli ultimi 18 anni, dalla stagione 2001-02: tre squadre in un solo punto, le attese Juventus e Inter a 54, la sorpresa Lazio a 53, l’Inter che recupera la Juve dopo essere stata prima in testa e poi essere scivolata a -4, la Lazio che a fari spenti si fa largo in classifica e adesso può fare saltare il banco nello scontro diretto domenica contro l’Inter in casa proprio allo stadio Olimpico.
Da un mare di tempo non si vedeva niente di simile dopo 23 giornate, appunto dal 2002: l’ultima volta in cui in Serie A a questo punto del campionato c’erano state tre squadre nel giro di 1 punto, quella volta con la Juventus di Del Piero e Nedved in testa inseguita dall’Inter di Ronaldo e Vieri e dalla Roma di Totti e Batistuta a una lunghezza di distanza; uno scontro che visse numerosi colpi di scena fino alla fine, con altri tre cambi di leader nel resto del campionato, fino all’epico epilogo dell’ultima giornata con il crollo dell’Inter capolista 4-2 proprio contro la Lazio dopo giorni di sospetti che anni dopo furono ricordati durante lo scandalo di Calciopoli, e con la vittoria finale della Juventus in quello che forse è stato lo scudetto bianconero più celebrato dagli juventini.
Anche stavolta non mancano le polemiche sugli arbitri (come sempre del resto in Italia), ma quello che sta spiccando di più è la straordinarietà delle storie. Seguitele, perché sono soggetti da Oscar:
1) La Juventus. Di Cristiano Ronaldo e Sarri.
Come uno squalo, Cristiano sente avvicinarsi la Champions e ha cominciato a nuotare a galla: al momento è in una serie di 10 partite consecutive a segno, può eguagliare il record storico in Serie A di 11 di Batistuta e Quagliarella. Ma non è tutto oro. Perché la Juve ha preso un allenatore per cambiare gioco nonostante arrivi da 8 scudetti consecutivi. Maurizio Sarri doveva essere calcio moderno contro quello antico di Massimiliano Allegri: ma finora la Juve non è sicuramente stata migliore dell’anno scorso se non nei risultati, spesso coperti dalla differenza di Cristiano Ronaldo, e dopo la clamorosa sconfitta in casa del Verona sono esplosi i problemi. Sarri, sorprendendo tutti, ha detto: “Spero che qualcuno mi aiuti a risolvere i problemi”. La società non ha gradito le parole, il presidente ha avuto due giorni dopo una cena chiarificatrice con lui, ma nel frattempo le stelle della squadra non sono contente della confusione tattica con Sarri, e l’hanno manifestato in un’altra cena con i direttori Paratici e Nedved. Nessuno è più forte della Juve, nessuno più della Juventus ha il futuro nelle proprie mani. Ma intanto, forse per la prima volta, si sente incerta e vulnerabile.
2) L’Inter. Di Conte e di Lukaku.
Sarebbe la storia delle storie. Il proprio ex generale ripudiato che va dall’esercito dei nemici più acerrimi, e finisce per vincere la guerra. Quello che tutti gli juventini temevano quando Conte a giugno accettò l’incarico all’Inter, compiendo per molti bianconeri il grande tradimento, eppure facendolo solo dopo che la Juve stessa avesse rifiutato il suo ritorno. L’eccellenza di Conte è tale che tutti si aspettavano che l’Inter lottasse per lo scudetto, ma un conto è provarci, altro conto è effettivamente rappresentare un pericolo. L’Inter è stata credibile da subito, ha alzato il livello del proprio di gioco a uno standard che non si vedeva dai tempi di Mourinho, riuscendo a giocarsela alla pari a Barcellona e Dortmund, e dopo aver perso punti preziosi adesso ha riagguantato la Juve alla pari. E poi c’è Lukaku: arrivato per sostituire Icardi, che segna come quasi nessuno in Europa, Romelu è riuscito a farlo dimenticare in fretta, con i gol ma anche con il carisma e la leadership che hanno provocato un immediato rimpianto nel Manchester United. Last but not least, nella sorpresa generale l’Inter a gennaio si è portata casa il Numero 10 della squadra finalista di Champions: un acquisto come Christian Eriksen all’Inter non lo vedevano proprio dai tempi di Mourinho, stile Samuel Eto’o che da campione d’Europa lascia il Barcellona.
3) La Lazio. Di Immobile e Simone Inzaghi.
Se il calcio è illogico, la Lazio è il calcio. Non c’è alcuna spiegazione che giustifichi come la Lazio sia là sopra a giocarsi il titolo con Juventus e Inter. Questa estate ha speso 40 milioni, mentre la Juve ne ha spesi 225 e l’Inter 175. E non che avesse già una squadra di campioni, stile Manchester City. Perché ogni anno la Lazio spende pochissimo, eppure negli ultimi 4 anni è stata l’unica altra società italiana oltre la Juventus ad aver alzato i trofei. Continuità, costanza. Ma anche così, sono ragioni sufficienti a darti un podio, ma non a lottare per il titolo. Il ciclo di quattro anni e mezzo di Simone Inzaghi è sbocciato definitivamente, in maniera clamorosa. Perché in squadra tranne Milinkovic-Savic non c’è nessun giocatore davvero ricercato dalle grandi d’Europa, finora. E in questa storia incredibile, c’è un protagonista incredibile: Ciro Immobile, arrivato 4 anni fa dal Siviglia per soli 8.5 milioni di €! Ha sempre segnato tanto (92 gol in 126 partite alla Lazio!), ma aveva fallito al Siviglia come al Borussia Dortmund, così come nelle coppe europee e in Nazionale. Insomma sembrava sempre mancargli l’ultimo salto di personalità. Non quest’anno: Immobile ha trovato una leadership sconosciuta, e una media sbalorditiva: 25 gol in 23 giornate, meglio di Lewandowski, Cristiano Ronaldo e Haaland. Primo per distacco nella Scarpa d’Oro, dopo una vita da Cenerentola.
Questa domenica ci sarà Lazio-Inter. La Juve tifa per un pareggio, la Lazio rimanendo imbattuta saprebbe di fare parte definitivamente dell’elite, l’Inter sta volando dopo la storica rimonta da 0-2 a 4-2 nel derby con il Milan. Ma vada come vada, badate alla Serie A anche dopo domenica, e dopo il 1 marzo: perché rischia di essere la lotta scudetto più bella degli ultimi 18 anni.
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